Da buono a eccellente: come aumentare le tue performance e i tuoi risultati nella vita

Come aumentare le performance nella vita e nel lavoro: è un obiettivo che molti di noi cercano di raggiungere. Sia che si tratti di ottenere risultati più significativi nella carriera professionale, di migliorare l’equilibrio tra vita personale e lavoro, o semplicemente di massimizzare il nostro potenziale, c’è sempre spazio per migliorare.

In questo articolo, esploreremo strategie e suggerimenti pratici per incrementare le tue performance sia nella vita quotidiana che nel contesto professionale, con una strategia “copiata” da Demostene e Beyoncè.

“Per quanto faccia non è mai abbastanza”: cosa ti impedisce di aumentare le performance nella vita

Ti impegni ogni giorno per fare del tuo meglio ma ti sembra che non sia mai abbastanza? Quasi ci fosse una “stagnazione di risultati”, una difficoltà ad aumentare la performance nonostante il duro impegno. Come se ci fosse sempre qualcosa che ti impedisce di dare veramente il tuo massimo.

Bene, innanzitutto sappi che è molto comune. Dipende dal fatto che non ti è mai stato insegnato il segreto delle persone di successo, in qualsiasi campo, fanno.
Una cosa che tutti possiamo imitare ovvero, vivono alternando due fasi distinte: la fase di apprendimento e la fase di performance.

L’intelligenza non è altro che la combinazione consapevole di questi due istanti. Nei momenti in cui ti sembra di non essere abbastanza molto probabilmente stai solo concentrandoti sulla fase sbagliata.

Le due fasi per aumentare le performance in modo costante e consapevole

Per aumentare la performance hai bisogno di alternare efficacemente le fasi di apprendimento e di performance.

Nella fase di apprendimento l’obiettivo è imparare a migliorare. Qui ci si focalizza su attività mirate al perfezionamento. Ovviamente, concentrandoci su ciò che non sappiamo ancora fare, ci dobbiamo però aspettare degli errori, sapendo che sarà proprio da questi che impareremo.

Quello che invece facciamo nella fase di performance è molto diverso. L’obiettivo è dare il nostro meglio. Quindi ci concentriamo su ciò che sappiamo fare e cerchiamo di non fare errori.

Nella nostra vita dovrebbero esserci entrambe le fasi, ma è importante fare chiarezza su quando sei in quale fase.

La fase di performance massimizza la performance momentanea, la fase di apprendimento massimizza la crescita e le performance future.

La ragione per cui non miglioriamo nonostante il nostro grande impegno è che passiamo quasi tutto il tempo nella fase di performance. Questo mina la nostra crescita e, per assurdo, a lungo termine, anche la performance.

Ma com’è fatta la fase di apprendimento?

La strategia di Demostene per aumentare le performance

Per spiegartelo ho ripescato una delle mie reminiscenze di storia dei tempi del liceo.

Demostene è stato uno dei più grandi leader politici dell’antica Grecia, ma era anche uno straordinario oratore e un abile avvocato. In molti lo consideravano il più grande oratore del suo tempo. Per diventare il migliore non aveva investito tutto il suo tempo limitandosi ad esercitare l’arte oratorio e la pratica forense. Non si era focalizzato solo sulla sua fase di performance. Le sue attività principali erano mirate al miglioramento. Certo, studiava tanto. Studiava diritto e filosofia seguito dai suoi mentori, ma aveva capito che essere un avvocato in grado di perorare con successo una causa voleva anche dire saper persuadere gli altri.

Per questo aveva cominciato anche a studiare recitazione. Si racconta che quando era nervoso manifestasse un fastidioso tic, faceva spallucce.

Per liberarsi dell’abitudine di alzare la spalla involontariamente aveva iniziato a ripetere i suoi discorsi di fronte a uno specchio appendendo una spada affilatissima al soffitto e posizionandosi sotto.

In questo modo, se avesse alzato la spalla, si sarebbe ferito.

Per correggere un suo difetto di pronuncia provava i suoi discorsi con dei sassi in bocca. Dato che i tribunali dell’epoca erano rumorosissimi, con decine di voci che si accalcavano, si allenava anche in riva al mare a proiettare la voce sullo sciabordio delle onde per superarne il frastuono.

Come vedi, le sue attività di apprendimento erano molto diverse da quella in tribunale, dove si svolgeva la fase di performance.

In fase di apprendimento faceva ciò che il dottor Anders Ericsson, docente di psicologia alla Florida State University, chiama “allenamento intenzionale” che  consiste nel suddividere un’azione in diverse capacità, specificando quali si vogliono migliorare.

Ad esempio, non alzare la spalla, con centrarsi al massimo in una sfida fuori dalla nostra zona di comfort, spingersi oltre a ciò che sappiamo già fare.

In questi casi Ericsson consiglia di utilizzare spesso un riscontro con ripetizione e correzione. L’ideale sarebbe essere seguiti da un esperto. Quando le attività di apprendimento sono molto specifiche gli insegnanti e gli allenatori più esperti che le conoscono, possono darti un feedback accurato e indicazioni precise su come correggere i tuoi errori.

Questo allenamento nella fase di apprendimento ti porta a un vero miglioramento.

Molti studi dimostrano che dopo un paio di anni che svolgi la stessa professione, la tua performance tende ad appiattirsi.

È stato verificato nell’insegnamento, in medicina, infermieristica e altri campi. Succede perché quando pensiamo di essere diventati abbastanza bravi non ci curiamo più della fase di apprendimento.

Passiamo il tempo a fare il nostro lavoro concentrandoci solo nella fase di performance. Questo modo di fare però ci impedisce di migliorare. Chi invece passa del tempo nella fase di apprendimento continua sempre a migliorarsi.

I migliori venditori almeno un giorno a settimana svolgono attività per migliorare. Leggono per ampliare la propria cultura, si consultano con colleghi o esperti, provano nuove strategie, chiedono riscontri e riflettono. I migliori giocatori di scacchi non passano tutto il tempo a giocare a scacchi, che sarebbe la loro fase di performance, ma cercano di prevedere le mosse dei grandi giocatori e le analizzano.

Ognuno di noi ha probabilmente passato ore e ore a scrivere su una tastiera senza andare più veloce, ma se passassimo dai 10 ai 20 minuti al giorno concentrandoci al massimo per scrivere dal 10% al 20% più veloce della nostra attuale velocità, diventeremmo più veloci, soprattutto se identificassimo i nostri errori e ci allenassimo proprio su quelle parole.

Ecco: questo è l’allenamento intenzionale. In quali altri aspetti della vita, magari a cui teniamo di più, ci stiamo impegnando tanto senza migliorare, solo perché siamo perennemente nella fase di performance?

Ora, non sto dicendo che la performance non abbia valore. Ne ha eccome.

Quando mi sono fatto male alla caviglia quest’estate, non ho detto al dottore che mi ha operato “Frughi un po’ qua e là e si concentri su quello che non sa fare”. È nella fase di performance che facciamo le cose dando il nostro meglio. È in questa fase che riceviamo le informazioni per capire su cosa concentrarci quando torneremo nella fase di apprendimento.

Quindi, per ottimi risultati la chiave è alternare la fase di apprendimento alla fase di performance. Concentrarci sulle abilità in fase di apprendimento, e poi applicarle nella fase di performance.

L’insegnamento di Beyoncè per aumentare le tue performance

Quando una cantante come Beyoncé fa una tournée, durante il concerto è nella fase di performance, ma ogni sera quando torna in hotel, torna nella fase di apprendimento.

Guarda il video dello show appena finito. Determina opportunità di miglioramento per lei, il corpo di ballo e lo staff delle riprese. Il mattino dopo, ognuno riceve appunti su cosa correggere, che studiano durante il  giorno prima del concerto successivo.

È una spirale per continuare a migliorare, ma devi sapere se vuoi apprendere, o se vuoi una performance. Lo so, vorresti avere entrambe le cose insieme, ma più tempo starai nella fase di apprendimento più migliorerai.

Ti stai chiedendo come fare a passare più tempo nell’apprendimento? Per prima cosa devi credere che puoi migliorare, devi avere una mentalità di crescita.

Poi devi voler migliorare quell’abilità specifica: ci deve essere un fine che ti motivi e ti spinga a investire il tuo tempo e il tuo impegno. Terzo: ti serve un’idea su come migliorare. Puoi andare per tentativi, ma sai che perderesti un mare di tempo senza una bussola a guidarti.

Quarto: poniti in una condizione di basso livello di stress, perché se ci saranno degli errori, le conseguenze non dovranno essere catastrofiche e nemmeno determinanti. Un acrobata non prova nuove mosse senza rete di protezione, un calciatore non sperimenta nuovi passaggi in una partita di Champions.

Una ragione per cui passiamo tanto tempo nella fase di performance è che siamo spesso impegnati senza motivo in contesti con una posta in gioco molto alta. Ci creiamo rischi sociali a vicenda.

Succede anche a scuola, un luogo creato originariamente solo per imparare. Tutti i giorni, milioni di studenti, dalle elementari all’università, sanno che saranno valutati e, se sbagliano, saranno  ritenuti inferiori. È un giudizio che può arrivare dai genitori, dai compagni, dagli insegnanti ma anche da loro stessi.

Naturale che siano sempre stressati e che non prendano i rischi necessari per imparare. Gli viene inculcato che gli errori sono da evitare. Insegnanti e genitori pretendono solo risposte corrette e fanno pesare gli errori invece di accettarli ed esaminarli facendo in modo che si possa imparare da essi.

La scuola è passata dall’essere un luogo di apprendimento ad uno di performance. Lo studio è valutato con un numero che determina il voto invece di essere oggetto di pratica, errori, riscontro e ripasso, correzione e comprensione.

Per creare più spazi di crescita, puoi iniziare a parlare e confrontarti col tuo gruppo di pari. In cosa vuoi migliorare e come? Ecco uno dei tanti motivi per cui è importante formarsi. Come fare se siamo in una condizione perenne di grande aspettativa e senti di non poterne ancora parlare? Ecco tre cose che puoi fare lo stesso.

Per prima cosa crea delle isole tranquille in un mare di grandi aspettative.

Sono degli spazi dove gli errori hanno poche conseguenze. Per esempio, ci può essere un tutor o un amico di fiducia con cui puoi scambiare idee e parlare di cose delicate o con cui puoi persino fare pratica. Puoi  prenderti del tempo per leggere, guardare video e seguire corsi.

Questi sono solo alcuni esempi, ovviamente.

Secondo: puoi agire nella fase di performance e poi riflettere su cosa migliorare la volta dopo, come Beyoncé. Puoi farlo osservando e imitando gli esperti.

Osservare, riflettere e correggere è la fase di apprendimento.

Infine, puoi fare da guida parlando di cosa vuoi migliorare, facendo domande su cosa non sai, chiedendo riscontri e condividendo i tuoi errori e cosa ti hanno insegnato, così che tutti possano fare lo stesso.

La fiducia in se stessi è data dall’apprendimento continuo. Invece di passare la vita a fare, fare, fare e agire, agire, agire… perché non passi più tempo a indagare, a fare domande, ad ascoltare, a sperimentare, a riflettere, sforzandoti e trasformandoti?

Come sarebbe se ognuno di noi stesse sempre cercando di migliorare in qualcosa? Perché non creiamo più isole tranquille? Perché non siamo trasparenti, con noi stessi e con i nostri allievi su quanto vogliamo imparare e quando vogliamo agire, così che i nostri sforzi possano portare a dei risultati?

Rendi il tuo miglioramento infinito e il tuo meglio ancora migliore! Lascio a te la risposta a queste domande.

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